Lodi, 21 febbraio 2017 - Il capoluogo è ancora una città poco vivibile per chi si trova su una sedia a rotelle. Se si è posto rimedio a gravi impedimenti strutturali, come l’accesso alla biblioteca (ora da via Solferino anziché dalle scale di corso Umberto), o si stanno portando avanti progetti per l’eliminazione delle più escludenti barriere architettoniche, come l’accesso ai binari della stazione ferroviaria tramite ascensori (di cui verrà dotato anche il nuovo sottopasso ferroviario ciclopedonale di viale Pavia), resta, purtroppo, anche nelle progettazioni o esecuzioni più recenti, l’incapacità di evitare piccoli o grandi
ostacoli lungo i percorsi di chi non deambula da sè: che siano disabili, bimbi nei passeggini, persone momentaneamente infortunate, anziani.
Lo evidenzia un video del Cleba (Comitato Lodigiano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, che unisce più associazioni di disabili) girato il 15 dicembre e postato pochi giorni fa sul sito clebalodi.blogspot.it che mostra gli ostacoli di chi si trova in carrozzella nelle poche centinaia di metri tra la stazione e piazza della Vittoria. Un esempio è il marciapiede che dal parcheggio ferroviario rasenta una cabina elettrica e si restringe, impedendo di raggiungere lo scivolo di via Abate Anelli, vicino al Consorzio Agrario. Oltre alle auto parcheggiate sui marciapiedi, l’ostacolo è spesso caratterizzato dal dislivello, su attraversamenti pedonali ufficiali, tra la sede stradale e lo scivolo del marciapiede che però ha una barriera anche solo di qualche centimetro e risulta impossibile da salire per chi si muove da solo in carrozzella, senza essere spinto: tra la stazione e viale Dante (attraversando via Anelli) e al semaforo di viale Dante (attraversando piazzale Fiume), due incroci alquanto trafficati e dunque particolarmente pericolosi. Anche il Partito Pensionati ha sottolineato, ieri, in un comunicato, come il problema delle difficoltà di mobilità stiano spesso nella progettazione. Il caso più eclatante sono le strisce pedonali di corso Mazzini che approdano, nei pressi dell’omonimo bar, non dove ci sono gli scivoli, ma davanti ad una grossa pianta, col gradino. Segno di incuria, invece, la grata deformata davanti ad un negozio di via Marsala, dove è facile inciampare: «L’insensibilità di molti, troppi cittadini, fa il paio con le tante amministrazioni molto impegnate nell’apparire ma assenti nella tutela dei diritti dei più deboli – afferma il referente di Lodi del Partito Pensionati, Domenico Ossino –. Troppa disattenzione, troppo menefreghismo, per un problema che, oltre che sociale, è anche di civiltà a fronte dei circa 3 milioni di italiani affetti da disabilità diverse a cui va, con un grado minimo del 74% di invalidità, una pensione vergognosa che parte da 280 euro».