Il Tempo 19/05/2015 pag. 7
L'INTERVISTA
"Noi,
pensionati beffati Ci rivolgeremo alla Ue"
Fatuzzo: "Dove sono
finiti i soldi sottratti?"
«È
una legge "ad governum"». Così, con una battuta, il leader del
Partito Pensionati Carlo Fatuzzo marchia a fuoco il decreto sulle pensioni
approvato ieri dal consiglio dei ministri. «Il governo- spiega- si fa una legge
apposta per non pagare quanto stabilito dalla Corte Costituzionale».
A quanto ammontava la somma?
«Secondo
i miei calcoli, la somma sottratta come contributo obbligatorio al risanamento
delle finanze dello Stato dal decreto Monti-Fornero a fine 2011, ammonta a 20
miliardi di euro fino al 31 dicembre 2015, e a 7 miliardi di euro per ciascun
anno a venire».
Molto inferiore a quei 2,1 miliardi messi sul piatto
dal governo.
«Sì,
il governo mette a disposizione all’incirca il 10% di quello che avrebbe dovuto
corrispondere. Capisco che l’esecutivo debba accreditarsi di fronte alle
autorità finanziarie di Bruxelles come ligio e pronto a eseguire gli ordini di
spendere il meno possibile. Ma io mi domando perché bisogna sempre rivalersi
sui pensionati. Il mio parere è che questo decreto, in fin dei conti,
comporterà delle conseguenze ben più onerose di quei 20 miliardi che il governo
avrebbe dovuto pagare».
Come fa a dirlo?
«Non lo dico io, ma l’Europa. La Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo, a cui certamente ci rivolgeremo, identifica come una violazione dei
diritti umani la circostanza in cui uno Stato membro emana una legge al solo
scopo di non adempiere a una sentenza definitiva della magistratura. Perciò
quello Stato è passibile di condanna per risarcimento danni. Che prevedono sia
la corresponsione di quel pagamento che ha cercato di evitare emanando la legge
incriminata, con il riconoscimento di un danno morale in aggiunta».
C’è
un precedente?
«Sì, è già avvenuto qualche anno fa, riguardo alle
pensioni degli italiani che hanno lavorato in Svizzera, le quali venivano
pagate dalla previdenza sociale nella misura di un terzo del dovuto, in base
alla legge italiana. Fui proprio io a promuovere il ricorso. Vincemmo in tutti
e tre gradi. L’Inps cominciò a pagare, poi di fronte alla consistenza delle
somme, chiese al governo di fare una legge di interpretazione autentica della
normativa sui calcoli delle pensioni. Questa legge andò alla Corte
Costituzionale, che non vi trovò anomalìe rispetto alla Carta. Da quel momento,
poi si andò alla Corte Europea dei diritti umani che condannò l’Italia a pagare
somme di circa 60/80 mila euro a ciascuno di coloro che hanno presentato il
ricorso. Ecco perché sono convinto che il governo Renzi, con questo decreto
legge, rischia di spendere più di quello che sta cercando di non pagare
adesso».
Dove
avrebbe potuto prendere 20 miliardi il governo? Dalla spending review?
«La domanda è un’altra: dove hanno messi quei soldi, i
vari governi che si sono succeduti? Nel 2012, primo anno in cui è stato attuato
il blocco sulle pensioni, il governo si è trovato in tasca 3 miliardi e mezzo
di euro in più, l’anno dopo 7 miliardi. Che ne hanno fatto? Li hanno spesi? E
come?».
Quale
potrebbe essere una soluzione per salvare rimborso e conti pubblici?
«Il governo avrebbe potuto ripetere ciò che avvenne quando
la Corte emanò la sentenza 314/85, che ha rivalutò le pensioni di
reversibilità. Lo Stato le pagò in sei anni. Avrebbe potuto farlo anche
adesso».
Come
stanno reagendo i pensionati?
«Sto ricevendo una valanga di telefonate. C’è un doppio
sentimento. Da un lato, il parziale rimborso annunciato da Renzi non li
soddisfa. Dall’altro, però, vedersi arrivare 500 euro conferma che la legge del
governo Monti non era giusta. Il problema è che i pensionati non hanno il
potere contrattuale che meriterebbero. Servirebbe dare loro una soggettività
politica, e ci sto provando da tantissimo tempo».
Avete
già in mente delle iniziative di mobilitazione in merito a questo decreto?
«Certo. Come prima cosa si presenta ricorso all’Inps. Dopo
che l’Inps o avrà risposto picche, oppure avrà fatto passare tre mesi nel
silenzio, si andrà dal Tribunale, sollevando l’incostituzionalità della legge.
Se il Tribunale riconosce il sospetto di incostituzionalità, poi, la spedirà alla
Corte Costituzionale. E a quel punto vediamo. Se la Consulta dovesse ribadire
la conformità della Legge alla Carta Fondamentale, allora adiremo alla Cedu.
Sono tutti ricorsi doverosi. Perché i pensionati, non tutti, ma una parte
importante di loro, sono in cattive acque e non sanno come nuotare».
Pietro
De Leo
Il
Tempo