A seguito delle recenti sentenze del Tar del Lazio da un mese a questa parte tutte le dichiarazioni ISEE rilasciate alle famiglie in cui vive un disabile sono illegittime.
I giudici amministrativi hanno infatti stabilito che, a compensazione degli svantaggi derivanti dallo stato di disabilità, l'ISEE deve conteggiare solo «gli incrementi di ricchezza» e non «i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari erogati», bocciando inoltre il meccanismo delle franchigie che abbattono l’indicatore solo nelle famiglie con disabili minorenni.
Al momento il Ministero del Lavoro e l'INPS non hanno comunicato o cambiato nulla, né hanno manifestato la volontà di ricorrere al Consiglio di Stato, così di fatto l'indicatore continua a essere calcolato dal sistema informatico secondo quanto stabilito dal nuovo regolamento ISEE introdotto dal Decreto "Salva Italia" di Monti.
Alle famiglie di disabili viene quindi attribuito un indicatore più alto di quello che spetterebbe alla luce delle sentenze del TAR e questo si traduce in tariffe più alte per asili, trasporto, rette scolastiche e mancati sconti su tariffe di acqua, luce e gas.
In questa situazione di incertezza, gli enti locali non possono fare altro che rilasciare l'ISEE illegittimo, sarebbe perciò auspicabile l'intervento del Governo, con una norma ponte, in attesa che la situazione venga risolta.