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martedì 28 ottobre 2014

STRANIERI CHE TRUFFANO L’INPS. FATUZZO (PP), MAGGIORI CONTROLLI E NORME PIU’ RIGIDE.

Una brillante operazione della Guardia di Finanza, ha portato all’individuazione di ben 325 stranieri che percepivano la  pensione sociale dell’Inps,  pur  non essendo più presenti in Italia.
L’INPS corrisponde l’assegno sociale,  450 euro circa  al mese, a stranieri, comunitari o extracomunitari, che risiedono in Italia da oltre 10 anni  e che hanno compiuto i 65 anni  di età. Il costo  è notevole e di fronte  alle condizioni in cui si trovano i pensionati  italiani, anche quelli che hanno pagato le tasse e pagati i contributi previdenziali ,viene spontaneo chiedersi perché questo è possibile – ha dichiarato il segretario
nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo. Evidentemente servono maggiori e più stringenti controlli, già al momento in cui lo straniero  chiede l’attribuzione del beneficio in questione, in relazione all’effettiva residenza in Italia, per il periodo richiesto dalla norma  e successivamente, sono indispensabili frequenti verifiche ,anche con la collaborazione dei Comuni, oltre che della stessa INPS, per accertare  l’effettivo rispetto delle norme, ed in primo luogo, l’effettiva residenza in Italia. C’è da chiedersi se di fronte al trattamento che subiscono i nostri pensionati, di fronte alla rigidità delle regole, in materia, ad esempio, di pensioni  di invalidità, sia giusto erogare un assegno sociale a cittadini stranieri.  Gli assegni sociali erogati a cittadini comunitari o extracomunitari, nel loro  complesso,  pesano  significativamente  sulle casse dell’INPS.
Si tratta, in tanti casi, anche  di persone che  non hanno mai pagato contributi  di alcun tipo, non hanno fatto nulla per il nostro Paese, non hanno dato nessun contributo alla vita ed allo sviluppo dell’Italia. Il Partito Pensionati  ritiene  che il nostro Paese debba erogare  l’assegno sociale a stranieri, inasprendo  i requisiti attualmente richiesti  e solo nel caso in cui esista un accordo di reciprocità con il Paese  di cui il richiedente abbia la cittadinanza.
L’addetto stampa
Luigi Ferone