In Italia l'ammontare delle pensioni minime per anziani e disabili è "inadeguato", sotto la soglia europea di oltre il 40%. La legislazione vigente, inoltre, non è in grado di garantire agli anziani lo stesso livello di vita della popolazione attiva e di non essere discriminati, a causa della loro età, quando si tratta per esempio dell’accesso a servizi bancari o sanitari, oppure alla possibilità di continuare a fare scelte in piena autonomia, o non essere vittime di abusi. Si tratta di due delle 7 violazioni della Carta Sociale Europea
evidenziate nel
rapporto del Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa, e più precisamente degli articoli 12 (
Diritto alla sicurezza sociale) e 23 (
Diritto delle persone anziane ad una protezione sociale).
Nell'articolo 23, inoltre, il Comitato osserva che nessuna pensione minima di legge è prevista nel caso di lavoratori assicurati a partire dal 1 gennaio 1996 e chiede informazioni all'Italia sul reddito minimo garantito per questi pensionati.
Come il Partito Pensionati denuncia da tempo, con il passaggio al sistema contributivo non è prevista alcuna integrazione al minimo, pertanto i futuri pensionati, giovani spesso precari, con una carriera lavorativa discontinua, o con retribuzioni basse, si ritroveranno da anziani a dover vivere con pensioni misere, ben al di sotto di quel trattamento minimo che il Comitato oggi definisce inadeguato.