Il chiacchiericcio sulla Legge di stabilità,dura da tempo e le aspettative erano molte, soprattutto sul fronte della riduzione fiscale, per dare respiro alle famiglie, ai lavoratori, alla imprese. Il Consiglio dei Ministri ha approvato una Legge di stabilità, insipida, per nulla coraggiosa, che voleva accontentare tutti, ma che ha scontentato tanto. Da segnalare i micro aumenti in busta paga, dovuti alla riduzione del cuneo fiscale. Non vi sono stati i paventati tagli sulla sanità. C’è da segnalare la comparsa di nuove e strane sigle, come la Trise, che comprenderà Imu, Tares e Tarsu.
Si colpisce ancora una volta, il Pubblico impiego con il blocco della contrattazione, meno straordinari. Le liquidazioni, sempre per gli statali, che superano i 50. 000 euro, verrebbero corrisposte non in un’unica soluzione ma in due tranche. Anche i pensionati con più di tremila euro lordi al mese, vengono colpiti con il congelamento della pensione, cioè con nessun aumento relativo al costo della vita. Forse il Governo Letta crede che con circa 2. 000 euro (tanto rimane di 3. 000 euro, al netto delle tasse), si riesca a vivere da nababbo, non pensando che se il pensionato deve pagare l’affitto, stenta, e di molto, ad arrivare alla fine del mese. Ovviamente questa Legge dovrà essere approvata in Parlamento e può, quindi, essere modificata, cosa che ci auguriamo. Il Partito Pensionati è consapevole delle enormi difficoltà in cui si dibatte il Paese, ma ritiene che sia necessario uno scatto, una politica economica che eviti all’Italia, la fine di altri Paesi e per fare questo, la ricetta è una sola: ridurre drasticamente le tasse, attirare capitali: riprenderanno i consumi, la produzione e l’occupazione. Con tasse di tutti i tipi, con una burocrazia asfissiante, sarà impossibile, uscire dal pantano economico, in cui si trova e sarà sempre nuova e più massiccia disoccupazione.