"I pensionati le cantano a Monti", si legge in alcuni cartelli, "non ce la facciamo piu', fermiamo l'attacco di Stato", scandiscono in coro gli anziani raccolti in piazza. Sono un centinaio, arrivati da tutta Italia, "per difenderci dall'attacco, l'ennesimo - spiega un manifestante di 88 anni, arrivato da Napoli per manifestare il proprio dissenso - ai danni dei nostri redditi modesti. Ho lavorato per 40 anni e oggi mi ritrovo in piazza a manifestare, e' uno schiaffo". Uomini ma anche tante donne, capitanate da Fortunato Sommella, presidente del Partito dei pensionati. "A 77 anni - racconta la signora Concetta - prendo 605 euro di pensione e pago 500 di affitto. E cosi', alla mia eta', sono costretta a fare la badante". In tanti, assicurano, lavorano: "qualsiasi cosa ci consenta di arrotondare". "Io ho una pensione di reversibilita' - fa i conti un'altra signora, 79 anni compiuti - e da 800 euro e' passata a 700: cosi' non si po campa'". "Perche' non ci prova Monti - aggiunge un altro anziano - a vivere con 6.000 euro l'anno? E poi vediamo se alla prossima manovra le nostre pensioni le lascia in pace, a riposo". Fischietti alla bocca, i pensionati riprendono "a cantarle al governo, e andremo avanti fino alle 13", assicura Sommella. "Siamo arrabbiati con questo governo ma anche con il precedente - sintetizza il presidente del Partito dei pensionati - toccano sempre noi, l'anello debole della catena, nonostante i pensionati abbiano fatto grande questo paese. Ma sono i piu' tartassati, alla fine le risorse per salvare l'Italia vengono a cercarle sempre da noi. Oggi stileremo un documento da dare alla stampa per far comprendere le nostre ragioni. Il sit-in prosegue, noi da qui non ci muoviamo".
RASSEGNA STAMPA 09/03/2012 (ADNKRONOS 7 MARZO 2012)