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mercoledì 4 gennaio 2012

I PENSIONATI? UN BANCOMAT (di Daniele Ceresa).

Tutti dicono che la situazione attuale è stata determinata da problemi più grandi dell´Italia. I Paesi emergenti hanno scippato la centralità del vecchio e del nuovo continente, la produzione e persino i consumi ora si sono spostati in altre aree del mondo con il risultato che noi perdiamo guadagni ma anche e soprattutto posti di lavoro. 
Ora qualcuno vuole destabilizzare l´Europa attaccando uno alla volta i Paesi più deboli in campo finanziario. Ci accorgiamo che l´Italia, a volte tra i primi paesi al mondo in molte statistiche, ha attuato da tempo una politica miope, divisionista, senza una visione collettiva e il nostro debito pubblico è un record, oltre 1900 miliardi di euro e tutto ciò ci rende più deboli. 
I nostri governanti, anche le opposizioni, intenti solo a litigare hanno aggravato la situazione. Nessuno si preoccupa più del bene comune, dimenticando che è nostro e quindi a carico e a vantaggio di tutti. Ora chi paga? 

Il nuovo governo Monti (stranamente di estrazione bancaria come quelli che hanno creato la prima bolla speculativa) nasce per l´impossibilità dei nostri governanti di cambiare le cose, si segue il principio che le decisioni devono piacere al popolo altrimenti non ti votano. I cittadini sono tutti davanti alla televisione e non scelgono con attenzione i propri rappresentanti, risultato si interviene solo quando sembra che si sia sull´orlo del baratro ed è d´obbligo decidere con urgenza. 
Questa emergenza la paghiamo tutti, naturalmente non nello stesso modo, attenzione alla legge dei grandi numeri che contano sempre: sia quando andiamo a votare per eleggere il governo, a volte con leggerezza o senza convinzione, sia quando poi il Paese ha bisogno di soldi. Ecco che anche i pensionati diventano importanti! E´ vero tutti hanno ignorato i pensionati cercando di convincerli che sono solo un peso sociale, che tolgono risorse ai giovani, che non devono essere uniti tra di loro, che devono scegliere i loro rappresentanti solo all´interno del bipolarismo, che l´Inps è in perdita... Ora, come sempre, quando c´è bisogno di soldi il vero bancomat sono le pensioni, ma attenzione non pensioni oltre i 10.000 euro al mese, non quelle multiple derivate da vari fondi pensione separati, non quelle calcolate su brevi periodi di lavoro con un metodo retributivo... No, il vero bancomat per il Paese sono le pensioni sotto i 2000 euro, anzi sopra i 900 euro, perchè lì ci sono i grandi numeri! 
A nessuno importa che Antonio Mastropasqua, presidente dell´Inps, dichiari che non si ritengono necessari correttivi del sistema pensionistico. La verità è che si tolgono i soldi ai pensionati anche se il sistema pensionistico è in equilibrio, ma perchè lì si trova un bancomat da cui ricavare denaro immediato e certo. Riteniamo vero che in futuro l´allungamento dell´aspettativa di vita potrà compromettere questo equilibrio, ma le riforme - vedi legge 122, legge 111/2010 e quelle precedenti - hanno già previsto e arginato questo problema e comunque a questo i pensionati non si possono opporre, ma almeno pretendere una pensione dignitosa e rivalutata ogni anno. Infatti dopo il passaggio all´euro e varie svalutazioni non recuperate, le pensioni hanno già perso troppo, c´è gente che 
deve rinunciare al riscaldamento o alle medicine. E´ necessario poi tener presente che le previsioni economiche ipotizzano una crescita della svalutazione. 
Non è concepibile che oltre i 900 euro le pensioni non siano più indicizzate e neppure è facile per alcuni anziani che percepiscono oltre 500 euro al mese aprire un conto corrente bancario o utilizzare carta di credito o bancomat e dover ricordare a memoria il relativo codice. 
Siamo tutti d´accordo che vista l´imprevidenza ora bisogna intervenire, ma attenzione all´equità! 
Avrei ancora molto da scrivere, ma concludo ricordando che ora paghiamo il mancato intervento e l´incapacità dei governi e delle opposizioni. Tutte le volte che abbiamo deciso di non votare, o di votare con superficialità il più telegenico, il più litigioso, il più individualista, e non abbiamo invece scelto di partecipare attivamente alla vita pubblica quasi si trattasse d´interesse d´altri, convinti della nostra impotenza, abbiamo messo un mattone per arrivare al punto in cui siamo.